PhotographyL’inizio di un diario di viaggio

L’inizio di un diario di viaggio

Sono stata in religioso silenzio per tutto questo tempo convinta da una falsa credenza, ovvero che non dire nulla avrebbe fatto andare le cose per il verso giusto: mi sbagliavo

Se siete tra i lettori e lettrici del mio “magazine newsletter” e l’avete davvero letto fino alla fine (non scontato dato il quantitativo di pagine) saprete che la mia idea per questo 2022 era quella di partecipare ad un progetto di volontariato europeo aderendo quindi agli esc, european solidarity corps. 

Dopo tre mesi di ricerca ho trovato a dicembre il progetto che faceva per me, in Polonia, e che avrei dovuto iniziare dal 22 gennaio scorso se non fosse per una sopraggiunta quanto molto dolorosa infiammazione tendinea al sovraspinato della spalla sinistra (e sono pure mancina). In poche parole si era avverato il mio peggior incubo, fonte di preoccupazione che per anni è stato anche motivo per il quale non ho voluto fare un’esperienza fuori Italia: “e se sto male e non riesco a partire?”. Ecco, appunto. Decido quindi di rinviare i biglietti aerei per due settimane. 

Se per qualsiasi motivo siete pratici di questo tipo di dolore (e mi dispiace per voi) allora probabilmente già saprete che non ha una risoluzione tempestiva e che ahimè, il problema potrebbe richiedere anche mesi per stare bene. 

Consapevole di questa dura verità, mi trasformo in una nerd della fisioterapia della spalla e fin dal giorno 1 della diagnosi comincio a fare esercizi oltre ad una terapia orale. 

Passati alcuni giorni, comincio comunque a disperare perché la sintomatologia diminuiva di poco e decisamente non andava via, anche stando ferma, anche mentre dormivo, quindi dopo più di un consulto medico e una cervicobrachialgia a peggiorare il quadro, ad una settimana dalla mia partenza mi rendo conto che dovevo prendere una decisione.“Parto con la tendinopatia o faccio saltare il progetto e parto con un altro, sempre se lo troverò, appena starò meglio, sempre se starò meglio, entro il 2022?”.

Se state leggendo questo articolo e queste mie parole non sono rimaste quindi a riempire kbyte in una cartella del mio google drive la risposta già la sapete: ho deciso di partire.

Ho deciso di farlo proprio mentre piangevo scoraggiata e dolorante dopo la terapia strumentale a quattro giorni dalla partenza. Ho deciso di farlo perché ho pensato che non fosse giusto permettere ai pensieri negativi di mettere fine ad un viaggio che ancora non era nato. 

Ho sentito che posso provare a fare un passo dopo l’altro, seguire il flusso dell’esperienza che mi stava aspettando e che qualsiasi cosa sarebbe successa l’importante ora è seguirla, viverla, darle una possibilità, anche se questo diario dovesse fermarsi prematuramente.

Io il giorno prima della partenza, ovvero oggi, facendo finta di non farmela sotto.

Paragrafo sulla mia salute concluso, vi spiego cosa succede qui da oggi in poi.

Ho creato un nuovo sito, ho fatto un nuovo portfolio con i lavori per lo più recenti e inaugurato con questo post il mio nuovissimo blog.

Blog che è e sarà il mio diario di vita in cui ogni settimana vi aggiornerò sulla mia esperienza in Polonia.

Ma faccio un passo indietro perché lo so, ora, forse avrete alcune domande.

Cosa sono gli ESC in una frase: Gli European Solidarity Corps sono una serie di iniziative che permettono ai giovani dai 18 ai 30 anni di aderire ad un progetto che vada a beneficio di una comunità nel proprio paese o all’estero. Si tratta quindi di fare volontariato, all’interno del progetto si ha il rimborso di alloggio, trasporti e cibo.

Perché la Polonia? Perché è il primo progetto relativo al mio campo di interesse (comunicazione) che mi ha colpito tra quelli che potevo scegliere sulla piattaforma, perché volevo migliorare il mio inglese, perché volevo vivere un’esperienza particolare evitando mete europee più blasonate.

Dove starò? A Gdynia, una città di 290 mila abitanti nel nord della Polonia, collocata nella cosiddetta zona chiamata “Three City” ovvero facente parte delle tre grandi città che si affacciano sul mar Baltico (Gdansk – Danzica in italiano -, Gdynia, Sopot).

Cosa farò? Mi occuperò per un anno di creazione contenuti (video, testo, foto), promozione eventi e social media management per una ong.

Altre info: Vivrò con altre cinque ragazze, in totale i volontari sono 17, tra cui al momento sembrerebbero anche esserci due italiani.

Il progetto è strutturato davvero bene, avrò una mentore, un tutor, un’assistenza sanitaria (che starà tremando a questo punto), corso di lingua Polacca (anche se la lingua principale rimane l’inglese) dei training organizzati dall’associazione nazionale e un progetto personale da sviluppare a mio piacere durante la permanenza.

L’esperienza che sto facendo può farla qualsiasi giovane (europeo e non) che abbia fino ai 30 anni di età compiuti. I progetti sono tanti su una moltitudine di campi lavorativi e c’è un’altrettanta varietà di luoghi in cui andare (compresi extra europei). La durata è anche quella variabile, ci sono progetti che possono durare dalle 2 settimane (e allora si parla di progetti a breve termine) fino ad un massimo di un anno.

Se vi state chiedendo se ne vale la pena farci un pensiero, anche se ancora non sono partita, vi dico assolutamente di Sì.

Vi parlerò del progetto in modo approfondito nel prossimo articolo che uscirà tra qualche giorno quindi siete liberissimi e liberissime di farmi tutte le domande che volete, risponderò a tutte e inserirò anche le opportunità per gli over 30 (c’è qualcosa per tutti e tutte).

Questo in breve quello che andrò a fare.

Ovviamente mi sarebbe piaciuto partire con il cuore più leggero, senza dovermi preoccupare della mia salute ma non posso farci nulla, non posso impedire quello che mi è già successo, quello che posso fare invece è impegnarmi perché il mio corpo possa riprendersi nel minor tempo possibile e sono determinata al contempo nel vivermi a pieno ciò che mi attende in Polonia.

Questo per me sarà l’anno ponte. Sarà l’anno che mi porterà all’inizio della mia prossima carriera, l’anno che mi porterà nel mio nuovo luogo di vita (che ancora non so quale sia), l’anno di viaggi ed esplorazione, l’anno di crescita personale.

Ed è l’anno dei miei trent’anni.

Ho quindi tutte le intenzioni di viverlo al meglio, sfruttando ogni possibilità a me concessa.

L’appuntamento è qui ogni settimana e sul mio account instagram in cui pubblicherò stories e post.

E ora auguratemi buona fortuna, perché ne ho decisamente bisogno.

S

p.s.

Potete condividere questo articolo nelle vostre stories di Instagram e far conoscere a chi vi segue il mio progetto, magari riuscirò a convincere almeno una persona a fare un’esperienza con gli ESC. 🙂

3 Comments

  • Caspita che storia!! Bravissima Stefania, un esempio di tenacia e determinazione. Complimenti a te e in bocca al lupo. Attendo curiosa di leggere le prossime storie. Ti auguro il meglio. Un abbraccio 🤗

  • Laura Barbieri

    Che coraggio!!! Se volessi avere più informazioni per mia figlia che l’anno prossimo vuole fare un anno fuori per imparare l’inglese, cosa devo guardare?? Grazie ciao!
    Buon tutto!!!

  • Federica Fani

    E’ tanto bello il tuo modo di raccontarti che sono sicura riuscirai a raccontare benissimo la realtà che andrai a vivere in prima persona.
    In bocca al lupo Stefi!

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